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Guardate COME dimagrite e NON quanto dimagrite!



In questi ultimi periodi, durante le visite, sto assistendo a grosse fluttuazioni di peso e della composizione corporea, in parti derivanti da un’attività fisica intermittente causata dai continui DPCM, in parte dettate da variazioni del bilancio energetico dovute a manipolazioni dietetiche autoindotte come la restrizione calorica (mangio meno per non ingrassare).


Impostare una dieta per la perdita di peso è più difficile di quanto possa sembrare! O meglio, se avete intenzione di perdere peso, potete semplicemente mangiare meno (restrizione calorica), ma se volete perdere grasso e mantenere il tono muscolare la situazione è leggermente più complessa…


Se la dieta non risulta essere correttamente bilanciata è molto probabile perdere anche massa magra: secondo alcuni studiosi la perdita relativa al tessuto magro è predittrice della riacquisizione del peso in futuro. In altre parole, se la vostra perdita di peso consisterà, per una buona fetta, nella perdita di massa magra, sarà maggiore la probabilità che in un futuro, qualora ritornerete a mangiare come prima, riprenderete non solo il grasso perso, ma ne accumulerete ulteriormente.


Questo è imputabile al fatto che, minore sarà la vostra massa muscolare, minore dovrà essere la vostra assunzione calorica dovuta alla ridotta spesa energetica. Tuttavia accadrà esattamente l’opposto: i livelli di fame aumenteranno nel tentativo di ripristinare i livelli di massa magra persa, e tali livelli non si arresteranno fin quando i vostri livelli di tessuto adiposo non aumenteranno oltre i livelli iniziali. Questo fenomeno viene definito “Collateral fattening”(vedi foto).


Il dato interessante è che il rischio di riprendere grasso in eccesso potrebbe essere maggiore nei soggetti magri piuttosto che in quelli che presentano già segni di sovrappeso/obesità, probabilmente dovuto al fatto che i soggetti magri perdono maggior quantità di massa magra perché ne hanno dei livelli superiori.


In altre parole, più deciderete di tagliare le calorie, più dovrete stare attenti successivamente a controllare la fame; a mio avviso il problema risiede spesso nel fatto che alcuni individui si preoccupano soprattutto di tagliare le calorie per vedere l’ago della bilancia scendere, quando invece sarebbe più auspicabile aumentarle, insegnando così all‘organismo a gestire una quantità calorica via via crescente con l’ausilio dell’attività fisica.


A tale proposito la sedentarietà non aiuta: dati interessanti mostrano come sia presente un disequilibrio tra appetito ed apporto calorico necessario: in poche parole, più sarete sedentari e più è facile mangiare oltre il necessario.

Analogamente, livelli eccessivi di attività fisica in soggetti non agonisti, richiederebbero un’assunzione di cibo altresì spropositata (disequilibrio) a causa dell’ elevato dispendio energetico: pertanto è fondamentale allenarsi in maniera moderata per non incorrere in un effetto analogo al soggetto sedentario, in cui rischiereste di mangiare comunque in eccesso rispetto alla vostra attività fisica!


Concludo quindi dicendo che, soprattutto in questi particolari periodi, non dovete focalizzare l’ obiettivo sul quantificare, misurare la perdita di peso come tale ne’ tantomeno utilizzare l’ attività fisica come mero compenso per aumentare il dispendio energetico (bruciare di più!), ma puntare a preservare la massa magra per non incorrere in un aumento del grasso successivamente!

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